giovedì 5 novembre 2015

Poesia

Per quanto riguarda la Lunghezza nel senso della durata e la  distanza ho optato per l'infinito di Giacomo Leopardi.
Al poeta si presenta una visione limitata dell'orizzonte, ostacolata da una siepe, posta sulla cima di un colle. La vista impedita permette a Leopardi di fantasticare e meditare sull'infinito. L'idillio si basa su un confronto continuo tra limite e infinito, tra suoni della realtà e il silenzio dell'eternità.
 
GIACOMO LEOPARDI : L'INFINITO


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.


Per un approfondimento : link.

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